L'oro degli ebrei by Gianfranco Manes

L'oro degli ebrei by Gianfranco Manes

autore:Gianfranco Manes [Manes, Gianfranco]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Seconda guerra mondiale;ebrei;nazisti;romanzo storico
editore: Diarkos
pubblicato: 2023-10-21T22:00:00+00:00


Roma,

domenica 16 giugno 1946

Le cose erano andate come Olga aveva sperato, lei si trasferì all’Excelsior in una camera comunicante con quella di lui, una soluzione che un riluttante portiere era riuscito a procurare grazie a una generosa mancia.

Salita in camera, Olga esplorò l’ambiente. Era più bello di quanto avesse immaginato, tappezzerie alle pareti e tendaggi verde chiaro con ricami d’oro, letto e mobili in stile Impero come l’arredamento della sua casa a Vienna, dove aveva vissuto felice con i suoi genitori prima di rifugiarsi a Bad Ischl da sua zia. Non sapeva più nulla di loro e probabilmente non li avrebbe mai più rivisti.

Fece un giro per ambientarsi. Vi era una doppia porta di comunicazione con la camera di lui, ciascuna con la propria chiave, doveva essere stata una suite riadattata successivamente.

La prima cosa da fare era procurarsi una copia della chiave dell’altra camera. A questo penserò stanotte, si ripromise.

Stocker era soddisfatto per come si erano messe le cose con Olga. Portarla al suo albergo era stato più facile del previsto e adesso lei era là, a un passo. La immaginò muoversi mezza nuda per la sua camera e ancora avvampò di desiderio. Stasera, si disse, adesso ho altro da pensare.

In aeroporto s’incontrò con De Rosa e mentre si preparavano per il volo gli fece capire che voleva un altimetro per la sua collezione. Quello si mostrò sorpreso e sulle prime rifiutò, ma di fronte ai dieci dollari si convinse e una volta tornati a terra andò a procurare l’oggetto. Questa è fatta, si disse Stocker mentre lo riponeva in un sacco di tela che l’altro gli aveva procurato.

Olga se n’era andata in giro per la città e rientrò in albergo verso le cinque del pomeriggio. Stocker l’aspettava seduto a uno dei tavolini nell’elegante atrio dell’Excelsior e la vide che si aggiustava i capelli riflessa in uno dei monumentali specchi appesi alle pareti.

Lei gli sorrise e lo raggiunse per sederglisi accanto, aveva dei libri in mano e li posò sul tavolino in mezzo a loro. Lui ordinò un caffè per sé e un tè per lei e si raccontarono della loro giornata, non tutto era chiaro.

Stocker si era insospettito perché lei passava tutti i pomeriggi all’università e approfittò del momento in cui lei era andata alla toilette per dare un’occhiata tra i libri. Ce n’era uno in tedesco con dentro un foglio vergato a mano che attirò la sua attenzione.

Lei tornò e mentre sorbiva il tè lui le fece con l’aria di scherzare: «Vediamo come hai fatto i compiti…» sfilò il foglio dal libro e si fece dare delle spiegazioni studiando le sue reazioni.

Lei non si scompose, si capiva da come rispondeva che conosceva bene il contenuto.

Stocker si tranquillizzò, era meglio verificare ogni tanto, poi con un sorriso, mentre riponeva il foglio: «Se ti va, stasera possiamo cenare in albergo, il ristorante ha una buona fama; poi possiamo bere qualcosa al bar e ascoltare un po’ di musica. Mi dicono che il pianista è molto bravo».

Lei mostrò di gradire. Si è preparato il programma della cena e del dopocena, pensò.



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